
Da decenni è ritenuto normale avere un proprio sito web per manifestare la propria identità e, nei casi migliori, ottenere interessamenti grazie ai suoi contenuti.
nel breve termine occorrerà attrezzarsi con una propria identità per usare la AI
È noto che una delle condizioni per aiutare la AI a produrre una risposta corretta alle nostre richieste - idealmente il più completa possibile - è dirle di "vestire i panni" di colui che la sta interrogando o di colui al quale deve rispondere.
dimmi chi sei ancor prima di cosa vuoi
Ad esempio, se vuoi che la AI scriva una bella email al tuo cliente dille almeno il tuo ruolo aziendale, il settore in cui operi, che tipo di cliente hai e quale riscontro auspichi dall'invio dell'email. Più cose le dici meglio è: l'AI è il nostro nuovo braccio ma una mente dovrà pure pilotarlo. Non basta dare un ordine all’AI, meglio fare un ragionamento con essa.
Per quanto riguarda l'export, dobbiamo dire (quasi) tutto di noi nel prompt aziendale “di presentazione":
chi siamo, cosa facciamo
la mission aziendale: perché siamo attivi in quel business
quale valore apportiamo al mercato
quali sono i nostri elementi differenzianti rispetto ai competitors
a quali tipologie di clienti ci rivolgiamo
in quali settori merceologici siamo attivi
in quali Paesi esportiamo e quali canali d’ingresso utilizziamo
ed anche lasciar spaziare la AI nel nostro sito web, nei cataloghi, nel blog, nelle news etc in modo che raccolga il maggior numero di informazioni sull’azienda. Tutti dati già pubblici - ammesso che il sito web sia completo - e quindi non sensibili.
In seguito al nostro prompt aziendale per AI, la chatbot rielabora l’identità aziendale declinandola in punti rilevanti, fornendo una presentazione alternativa alla nostra (e nella lingua che vogliamo…) e secondo il focus da noi definito: tecnico/tecnologico su gamma prodotti e servizi, commerciale su tipologie clienti, service per il post vendita etc.
Proprio nei giorni scorsi mi ha colpito un output fornito da ChatGPT dopo aver appunto inserito il "prompt identitario" di un’azienda mia cliente; senza averlo richiesto, in relazione alle tre tipologie di clienti serviti, il chatbot dice che “This three-pronged approach helps balance revenue streams between new equipment sales and retrofitting older machines, which is an advantage in economic downturns when capital expenditures decline.”
Sarà una coincidenza ma si riferisce proprio alla congiuntura attuale di “sofferenza Capex” cioè di stagnazione degli investimenti in beni strumentali (o beni capitali) a causa della prolungata incertezza. Lo spunto dato è interessante poichè fornisce un possibile nuovo modello di business, senza averlo nemmeno chiesto.
In relazione allo sviluppo business e all’Export, ecco alcuni possibili output ottenibili:
confronto con i concorrenti e posizionamento (vedi questo post)
analisi dei concorrenti secondo specifici criteri, ad esempio i principali Paesi in cui essi esportano
indicazione su possibili settori di diversificazione dei propri prodotti, cioè nuovi ambiti merceologici in cui i prodotti possono trovare impiego: questo è determinate per la diversificazione del business;
indicazioni sull’andamento dei mercati target, in termini di trend globali dei settori merceologici in cui l’azienda è attiva o intende specializzarsi: in questo modo si potranno definire priorità ed escludere settori stagnanti; è bene incrociare queste informazioni con altre fonti di Trading internazionale;
indicazioni sulle condizioni necessarie per entrare in nuovi settori, ad esempio le Certificazioni;
presenza di barriere tariffarie e non per l’accesso ai Paesi ritenuti d’interesse
Attenzione però che per la ricerca di controparti commerciali – siano essi clienti diretti o intermediari – l’output ottenibile non è molto corretto: in base alla mia esperienza la correttezza raggiunge al più il 30% ed occorre dedicare comunque del tempo per la validazione dei risultati. Questo perché la capacità di ricerca nel web da parte della AI è ancora limitata.
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Alberto Scanziani
Premio manager Internazionale 2025

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